10 anni di Karakorum Teatro

Senza neanche un attimo di respiro, senza tempo per pensarci su o per provare un’emozione vera. È così che è nata, Karakorum Teatro. 

Era l’estate del 2013. Erano passate solo poche settimane dal diploma alla Scuola di Teatro Arsenale di Milano e l’unica cosa che contava era non concedere spazio alla paura: quella di non farcela, quella di rimanere da soli, quella di dover tornare a fare un altro mestiere. Da soli eravamo 5 giovani artisti (Vittorio Fulgoni, Diego Maffezzoni, Matteo Sanna, Viola Marietti ed io), senza alcun progetto artistico sul tavolo, senza un contatto da spendere, solo cinque bravi ragazzi con la passione per il teatro. Ma insieme eravamo qualcosa…

Da soli eravamo 5 giovani artisti (Vittorio Fulgoni, Diego Maffezzoni, Matteo Sanna, Viola Marietti ed io), senza alcun progetto artistico sul tavolo, senza un contatto da spendere, solo cinque bravi ragazzi con la passione per il teatro. Ma insieme eravamo qualcosa…

Solo oggi, a quasi dieci anni da quei primi improduttivi giorni di vita di Karakorum Teatro, spesi più a giocare alle carte che a lavorare, guardo con affetto quell’azione incauta e incosciente, come solo il teatro sa essere, di fondare la compagnia. 

Da quando abbiamo aperto Spazio YAK, nel 2017, lo penso spesso: siamo noi la nostra opera più bella.

A breve soffieremo sulle nostre prime dieci candeline, ma non penso sia interessante proporvi un elenco di cose fatte in questi (quasi) dieci anni. Ritengo piuttosto fondamentale condividere le cose che abbiamo imparato, quello che abbiamo capito, gli errori che abbiamo commesso.

Dieci anni di lavoro sul territorio, e non solo, ci hanno insegnato che quel teatro che sognavamo da studenti non esiste nella realtà. Il teatro è una cosa che cambia forma e regole, cambiano i pubblici, cambiano i suoi spazi. Siamo cambiati anche noi (i nomi dei componenti della compagnia non sono più gli stessi dell’inizio), i nostri bisogni, e, che ci piaccia o meno, è cambiato anche il mondo là fuori, quel mondo a cui il teatro deve rimanere ancorato per avere ancora un senso ad esistere. È solo di tutto questo movimento che, oggi, ha senso scrivere. 

Perché il teatro è fatto così: si muove anche quando resta fermo in un posto per tutto questo tempo.

Buona lettura, allora.

Stefanoi Beghi

Direttore Artistico di Karakorum Teatro

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