POCO PIÙ DI UN FATTO PERSONALE

di Chiara Boscaro e Marco Di Stefano
regia Stefano Beghi
con Marco Di Stefano, Susanna Miotto, Alice Pavan, Riccardo Trovato, Fabio Zulli
suono Antonello Ruzzini
un progetto di Karakorum Teatro e La Confraternita del Chianti
produzione Karakorum Teatro La Confraternita del Chianti e Associazione Interdisciplinare delle Arti
con il contributo di NEXT – laboratorio delle idee per la produzione e la programmazione dello spettacolo lombardo 2021/22.

 

Ogni adolescenza coincide con la guerra
Che sia falsa, che sia vera
Ogni adolescenza coincide con la guerra
Che sia vinta, che sia persa
E non ti vantare se la tua è stata mondiale
La mia sembra solo un fatto personale
E non ti vantare se c’hai perso un fratello
La guerra è guerra e succederà anche a me
Tre allegri ragazzi morti, Ogni adolescenza (2001)

 

Poco più di un fatto personale è un viaggio a ritroso nell’adolescenza. Un lavoro che cerca di indagare un momento della vita molto particolare, fatto di aspettative, sogni speranze, ma anche di rabbia, paura. A volte violenza.

“Poco più di un fatto personale ha radici autobiografiche. Parte da un punto di svolta della mia vita: il giorno in cui, aprendo il giornale, ho visto la foto delle cosiddette Bestie di Satana. E mi sono reso conto di conoscere alcuni di loro. Una conoscenza superficiale, fatta di amicizie in comune, luoghi frequentati a pochi metri gli uni degli altri, come la fiera di Sinigallia e il Parco Sempione. Il Midnight. Una conoscenza che, anche se superficiale, mi lascia stordito nel momento in cui mi sono reso conto di aver avuto, a pochi passi da me, degli assassini.

È l’estate del 2004. E di colpo mi sento adulto.

È da quel giorno che cerco di scrivere di questa storia. Non della cronaca o della verità giudiziaria, ma dell’impatto che ha avuto sulla mia vita e sulla vita dei miei coetanei.

Ci sono delle domande che mi assillano da 18 anni e ora voglio dargli risposta: “qual è il punto di svolta che spinge un adolescente a diventare un assassino o un artista? Che cosa mi ha salvato da una vita di violenza, rabbia, rancore?”

Non mi sono mai sentito pronto a dare risposta a queste domande, ma ora che ho compiuto 40 anni, sono padre di due bambini e che ho mia moglie, Chiara Boscaro, ad aiutarmi in questo percorso, sento che è il momento giusto.

Perché, ogni volta che vedo la foto di quei ragazzi, apparentemente spensierati alla fiera di Sinigallia, sorridenti nei loro jeans strappati, mi rivedo a quell’età e mi chiedo: “potevo essere io?”.

Noi di Karakorum Teatro abbiamo vissuto questa vicenda sul territorio, sentendone ancora oggi l’eco e l’ombra oscura, pesante.

E allora abbiamo deciso di togliercela di dosso, questa ombra, di capire – insieme – qualcosa di più di Bene e Male che a volte sono concetti sfumati e a volte, invece, diventano netti e delineati, senza possibilità di appello.

Poco più di un fatto personale è un’indagine sulla nostra memoria e sulla memoria delle nostre città – Milano e Varese – e della loro provincia.

Poco più di un fatto personale non è uno spettacolo che vuol fare cronaca. Non vuole sfruttare un caso doloroso e angosciante per fare rumore o sciacallaggio. Non è uno spettacolo sulle Bestie di Satana, ma su quel vuoto che tutti abbiamo sentito quando avevamo 17 anni e non sapevamo chi o cosa saremmo diventati. È uno spettacolo che parla dei momenti in cui, chiusi in camera, abbiamo gridato la nostra rabbia e solitudine con la musica a tutto volume. Quei momenti che, ora che siamo genitori, ci spaventano perché sappiamo che li vivranno anche i nostri figli.

Poco più di un fatto personale è uno spettacolo sulla speranza.
Poco più di un fatto personale è uno spettacolo su di noi.

Dedicato al fanciullo che eravamo e che ora è cresciuto.” – Marco di Stefano (autore)